Di seguito abbiamo riportato le risposte alle domande più frequenti sul progetto Biopiattaforma.
La termovalorizzazione è un processo attraverso il quale si genera energia elettrica o si produce calore per usi diversi a partire dalla combustione dei rifiuti, nel nostro caso dai fanghi di depurazione. Nel caso dell’impianto di ZeroC, i fanghi in ingresso vengo convogliati ai forni a letto fluido; il calore generato viene convogliato in parte a teleriscaldamento e in parte a produzione di energia elettrica. Questo in accordo con le più recenti normative in materia di economia circolare della UE che definiscono il ruolo nel recupero energetico dei termovalorizzatori nella cosiddetta piramide dei rifiuti.
Sì, ma non sono sostitutive della termovalorizzazione ma si integrano a monte della termovalorizzazione. È possibile in effetti la digestione anaerobica che produce biogas e poi biometano. È possibile disidratare, ispessire i fanghi. E altre lavorazioni più evolute sono in corso di sperimentazione. Sono tutti trattamenti che Gruppo CAP esegue, ad esempio nell’impianto di Bresso, ma che generano scarti e residui che poi andranno trattati nel termovalorizzatore. Quindi non è vero che queste tecnologie possono sostituire la termovalorizzazione, ma si aggiungono a essa. Dopo tutti i trattamenti gli scarti dei fanghi hanno solo due strade: o la discarica (inquinante e non rispondente alle direttive europee) o impianti come BioPiattaforma. Altre tecnologie invece (pirolisi o gassificazione), al momento non hanno la maturità per essere implementate in modo industriale.
Sesto ha una tradizione industriale di lungo corso che ha lasciato tracce sul territorio. In questi anni i soggetti competenti hanno molto lavorato per migliorare la situazione. BioPiattaforma non solo ridurrà le emissioni dell’80% rispetto alle attuali, ma consentirà di attivare dei piani di monitoraggio continuo dell’aria, dell’acqua e di alcuni aspetti sanitari concordati con i cittadini che hanno partecipato al percorso partecipativo.
I benefici legati alla realizzazione del progetto sono principalmente di tipo ambientale/paesaggistico, economico e occupazionale. Dal punto di vista ambientale/paesaggistico, ci sarà una riduzione importante delle emissioni; in media sarà pari al 76%. Dal punto di vista paesaggistico, l’intervento prevede il recupero degli impianti attuali, attraverso un progetto architettonico che conferisce omogeneità e armonia. Sarà inoltre ampliata l’area verde piantumata. Dal punto di vista occupazionale, saranno mantenuti i posti di lavoro attuali. Dal punto di vista economico, la realizzazione del progetto consentirà un contenimento dei costi per il trattamento dei fanghi da depurazione del Gestore del Servizio Idrico Integrato e della FORSU proveniente dai 6 comuni.
La Biopiattaforma è la proposta di CAP per la riqualificazione del termovalorizzatore di Sesto San Giovanni che è giunto a fine vita. La scelta di proseguire nella valutazione preliminare del progetto CAP è nata da una precedente scelta da parte delle amministrazioni e dell’allora CORE, quella di accantonare l’ipotesi di revamping del termovalorizzatore e l’ipotesi Green Field, cioè la demolizione e il ripristino a verde. Soluzioni, entrambe, scartate per ragioni di tipo economico e di fattibilità.
Il traffico legato all’impianto, relativo a trasporti di rifiuti o fanghi, fornitori o terzi in generale, diminuirà del 25% rispetto a quello dell’impianto attuale.Inoltre Non solo, ma i mezzi che effettueranno tali trasporti avranno la possibilità di essere alimentati con combustibili a zero emissioni fossili come il biometano.
Le emissioni saranno ridotte non meno dell’80% con picchi fino al 92% per alcuni specifici parametri; quindi farà molto meno fumo di ora. Inoltre, esiste un documento specifico valutato sia da ARPA sia da ATS che hanno valutato tutte le possibili conseguenze tra cui le eventuali emissioni odorigene (odori sgradevoli) che sono contenute e mitigate da investimenti consistenti che vanno oltre le normali migliori pratiche di settore.
L’area metropolitana di Milano è densamente abitata e ogni scelta di collocare un impianto come BioPiattaforma è fortemente controllata da tutte le autorità proprio per evitare che i residenti possano avere disturbi o danni. In particolare tutte le tecnologie e i limiti che BioPiattaforma rispetterà sono tali da rendere assolutamente sicura la quotidianità dei cittadini che vivono nelle abitazioni e nelle case più vicine. Non solo, ma BioPiattaforma migliorerà la qualità urbanistica dell’area: è previsto un miglioramento delle aree verdi circostanti con nuove piante, una nuova pista ciclabile e nuove aree a disposizione dei cittadini.
Sì certo. I limiti di legge che prescrivono concentrazioni puntuali di sostanze emesse, ad esempio, vengono definite dagli enti in funzione di complesse valutazioni che tengono conto dell’entità e le modalità di emissione (sorgenti puntiformi, diffuse, altezza di emissione ecc.), i tempi di persistenza degli inquinanti e il grado di mescolamento dell’aria. Non solo ma nella valutazione di BioPiattaforma si è tenuto conto anche dei fattori atmosferici prevalenti, delle temperature medie, dei venti ecc. e si sono adottate le migliori tecnologie di abbattimento presenti oggi sul mercato.
Sì, se rispettano due criteri. Nella discussione che sta avvenendo sugli investimenti sostenibili, la Commissione Europea ha chiarito che impianti di termovalorizzazione possono essere inclusi come investimenti che contribuiscono alla sostenibilità a patto che entrino a fare parte di un processo di economia circolare che abbia un impatto ambientale positivo o vengano utilizzati per trattare alcuni rifiuti che non avrebbero altro possibile trattamento se non la discarica. Oggi BioPiattaforma risponde a entrambi i criteri.
Il tema dello smaltimento dei fanghi di depurazione è trattato in modo vario in Europa. In particolare, è oggetto di discussione lo smaltimento in agricoltura su cui in Italia si è deciso per una sostanziale stretta a partire dal 2017-2018.
In Europa lo smaltimento dei fanghi in agricoltura rappresenta una pratica comune, così come la produzione di compost e l’incenerimento dove è forte la presenza di effluenti zootecnici. Riguardo all’incenerimento si sta affermando una regolazione rivolta a sollecitare i gestori degli impianti a valutare e adottare tecnologie finalizzate al recupero specifico del fosforo dai fanghi.
Carbon Neutral significa che non emette C02 di origine fossile. Per un principio base della fisica, se si tratta termicamente materia organica (e solo quella, come accadrà in BioPiattaforma) di fatto si rimuove dall’ambiente la stessa quantità di C02 (quella contenuta nei fanghi di depurazione) rispetto a quella che si emette con la combustione. Il saldo di anidride carbonica rimane inalterato.
Non solo ma BioPiattaforma è parte integrante di un processo di economia circolare perché prima di termovalorizzare i fanghi, li tratta per estrarre nutrienti (fosforo, azoto, e altro) e nella sua linea rifiuti umidi (FORSU) produce BioMetano. In quest’ultimo caso, per produrre il BioMetano l’anidride carbonica viene sequestrata e non liberata in atmosfera.
Tutti i costi, i ricavi e gli investimenti di BioPiattaforma sono soldi pubblici e che contribuiranno a ridurre i costi della bolletta dell’acqua dei cittadini e a fare investimenti per la collettività: ad esempio nuove tubature di acquedotto o fognatura. Di fatto i guadagni di BioPiattaforma sono di tutti i cittadini.
BioPiattaforma è nata a partire da un progetto di partecipazione e di dibattito pubblico molto ampio e allargato documentato sul sito www.biopiattaformalab.it. Numerosi gli incontri pubblici (6 solo nella prima fase) che hanno portato a cambiamenti sostanziali del progetto come, ad esempio, l’aggiunta di alcune centraline di monitoraggio, l’introduzione di ulteriori filtri per le emissioni e il finanziamento di una serie di attività di controllo della salute pubblica. Al percorso sono stati invitati (in alcuni casi più volte) tutti i soggetti attivi sul territorio, alcuni dei quali hanno scelto volontariamente di non partecipare.
Tutte le osservazioni emerse dai cittadini durante il percorso partecipativo sono diventate parte vincolante della gara pubblica di progettazione e sono state anche oggetto di discussione ufficiale nell’ambito del procedimento autorizzativo di VIA.
Oggi è attivo il RAB, il comitato consultivo permanente formato da comitati, associazioni, cittadini, Amministrazioni, CAP e ZeroC, che rappresenta un organismo partecipativo in cui ogni passo e ogni decisione su BioPiattaforma viene discussa in modo pubblico.
BioPiattaforma è di proprietà interamente pubblica in particolare Gruppo CAP e ZeroC sono aziende al 100% di proprietà di comuni e di enti come Città metropolitana di Milano o Provincia di Monza e Brianza.